Il monumento
a Santa Margherita da Cortona dell’artista Andrea Roggi, eretto nel
sagrato della chiesa di S. Marco in Villa, si inserisce con forza nel
panorama dei tesori artistici di Cortona e dell’Arte Italiana sia per
tecnica di realizzazione sia per interpretazione artistica della
spiritualità margaritiana.
In primo luogo va considerato che si tratta
dell’unica statua in bronzo di questa mole: della Santa ad altezza
naturale abbiamo solo quella in marmo, a tutti nota, posta nella piazza
della Cattedrale di Cortona, ed altre lignee o di gesso. Inoltre bisogna
sottolineare, e questo è più importante, che, mentre le altre statue
sono di fattura manieristica e devozionale, cioè sono una specie, per così
dire, del ritratto della Santa, quella di Andrea Roggi, pur conservando le
caratteristiche iconografiche tradizionali (l’abito quadrettato, il
famoso “taccolino”, ripreso dalla prima immagine pittorica che abbiamo
della Santa, e il cagnolino), è il risultato di una sua personale
interpretazione, frutto di una passione e di una sensibilità che,
avvalendosi di un’eccezionale capacità tecnica, è riuscita a cogliere
e a rappresentare artisticamente la spiritualità di Margherita.
A questo scopo lo scultore si è avvalso da un lato
di particolari di per sé abbastanza evidenti: si pensi alla dinamica che
esprime la massa del corpo librato verso il Cielo, con i lembi del saio
nella parte posteriore affinati nel volo dalla forza del vento, un afflato
mistico che viene amplificato dalla posizione mossa dei piedi, nudi, per
significare la volontà di
mondarsi da tutto quanto, anche l’oggetto più semplice quale potrebbe
essere un paio di umili calzari, può rappresentare un legame con la
materia terrena, nonché dalle braccia aperte in segno di totale desiderio
di compenetrazione nel Dio della Croce, quella Croce che come una ferita,
una ferita di pentimento e di espiazione, in significativa evidenza è
rappresentata nel suo petto.
Ma il monumento non si
limita alla parte bronzea del corpo della Santa e del suo cagnolino, no,
si innesta, diventandone parte integrante, sulle figure geometriche di
pietra del basamento su cui si erge la scultura, che offrono una lettura
meno palese, perché fortemente simbolica, ma non meno significativa,
senza le quali la comprensione dell’opera sarebbe del tutto parziale. E
queste figure possono essere interpretate in una duplicità di registro:
una, se vogliamo, di carattere più circoscritto e inerente alla vicenda
biografica della Santa, l’altra a carattere più ampio, di portata
universale, senza la quale non si ha vera Arte.
Così il Triangolo alla
base del monumento può riportarci con facilità a ricordare i tre luoghi
sui quali Margherita ha operato, geograficamente ben individuati e
sapientemente espressi dalla superficie ondulata e incisa, quasi a
ritrarre realisticamente la natura collinare del territorio su cui
Margherita è vissuta: Laviano, Montepulciano, Cortona. Ma possiamo, anzi,
dobbiamo leggere con più attenzione, trascendere il sensibile, ed allora
si deve osservare che il triangolo è la prima figura piana, la più
semplice, perché si costruisce con il minimo di rette; nel nostro caso
poi un triangolo equilatero, la forma più perfetta fra i triangoli. E il tri-angolo
si sostanzia del mistico numero tre: la triplice natura dell’universo:
cielo, terra, uomo; padre, madre, figlio; cristianamente, la Trinità e
l’uguaglianza delle tre persone: Padre, Figlio, Spirito Santo.
E su questo fondamento si
posa il Cubo, la rappresentazione simbolica della stabilità.
Non è difficile allora
pensare all’agiatezza, alla solidità economica del periodo vissuto
felicemente da Margherita con il proprio amato, ma il cubo è anche la
rappresentazione tangibile della perfezione statica, e quindi della Verità,
poiché da qualsiasi prospettiva lo si guardi, non cambia.
Nella Trinità la Verità.
E su questa Verità
stabile si poggia la Sfera, che offre un facile richiamo all’intimità
interiore di Margherita nell’ultimo periodo di penitenza e di
purificazione, ma il cui significato si amplia per identificarsi
simbolicamente con la volta del cielo, il mondo, i corpi celesti, il sole,
la forma primordiale contenente le possibilità di tutte le altre forme,
il movimento ciclico che non ha principio né fine, l’abolizione del
tempo e dello spazio: l’eternità.
Trinità,
Verità, Eternità.
Rolando Bietolini
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