Andrea
Roggi
VII
rassegna di pittura e scultura “ I 33 anni di Caterina Benincasa”
Giugno
– Luglio 2004
Credo
che esistano pochi posti come i1 pianoro che circonda la Rocca di
Tentennano nel comune di Castiglione d’Orcia, dove si respiri
un’atmosfera densa di misticismo e dove ci si senta vicini a Dio.
Dalla
rocca che domina la Valle dell’Orcia, lungo mulattiere scavate nel tufo
e sepolte nei boschi di querce, di castagni e lecci, Caterina da Siena
saliva ogni giorno a visitare i pietrosi villaggi, i1 romitorio di San
Biagio, il convento francescano di Colombaio,e quello camaldolese del
Vivo. E a Tentennano, che guarda da lontano 1’Amiata, indifferenti alla
disperata solitudine dell’uomo di quei tempi,in una sorta di paradiso
terrestre, continuavano come continuano anche oggi, a distanza di
centinaia di anni da allora, a pascolare gli agnelli, a fiorire i gladioli
blu, le viole rosse, le azzurre aquileie, i piselli odorosi. Qui a
Tentennano Santa Caterina vegliava la notte nella sua stanza, mentre un
vento impetuoso schiacciava, sotto la Rocca quadrata, il minuscolo borgo
murato con la sua bella cisterna ottagonale nella piazzetta sghemba, le
stradine tortuose, le scalette che si perdevano lungo le mura possenti,
gli orti dove i peschi ed i fichi crescevano fra rose selvatiche e more,
con le casupole di pietra grigia ricoperte di edera, ove esisteva un unica
finestrella, appesa sotto il tetto, e una piccolissima porta difesa da un
enorme battente di legno. Qui a Tentennano anche oggi il turbine del vento
si sveglia all’improvviso e fa volare le foglie accartocciate dei lecci,
strappa i petali agli ultimi fiori e squarcia le nubi nel cielo, mentre le
stelle sono cosi basse e grosse che pare di poterle toccare. ”Sono come
su un’isola, che da ogni parte i venti percuotono” dettava Caterina
nelle sue lettere. E da Tentennano invocava il suo sposo in terra Gesù:
”0 spirito santo / vieni nel mio cuore / per la tua potenza portata a te
Dio vero / concedimi la carità. col rispetto / custodiscimi da ogni
cattivo pensiero / riscaldami e infiammami del tuo amore / cosi che ogni
peso mi sembri più leggero / santo mio padre e dolce mio Signore / ora
aiutami in ogni mio lavoro. Eppure era una donna fragile nel corpo, ma
forte e coraggiosa, inflessibile e combattiva, polemica e intrepida,
assetata di assoluto e capace di chiedere a se stessa sacrifici inauditi.
Una straordinaria figura femminile che non ebbe eguali nel Medioevo tanto
che di lei si diceva: ”Caterina incute una sorta di terrore. E’ come
una luce che illumina, una fiamma che brucia”. Cosi l’aveva concepita
lo scultore e cardiochirurgo senese Carlo Sassi, con i1 suo monumento
dedicato e donato al comune di Castiglione che domina dall’alto del
pianoro di Tentennano l’immensa vallata dell’Orcia, fino a Siena e
fino all’Amiata. Un’immagine di quella di Sassi, ribelle,
anticonformista, intransigente con i forti, pietosa con i deboli e i
perdenti, Caterina da Siena, una donna in lotta con il suo tempo.
Così
la deve avere vista pure lo scultore e pittore Andrea Roggi,
rappresentandola per questa Rassegna internazionale d’arte contemporanea
dedicata ai ”33 ’ di Caterina Benincasa” che si tiene ogni anno a
Tentennano per il costituendo Museo dedicato alla Compatrona d’Italia e
d’Europa.
Erta,
con lo sguardo e le braccia volte al cielo, sopra una base di pietra
serena, sormontata da corona di stelle (gli stati dell’Europa unita),
sorretta da forme umane, in rappresentanza popoli europei e delle culture
diverse che fanno circolo tenendosi per mano. splendida l’immagine della
Santa rappresentata da Roggi, in uno slancio proteso verso il cielo, come
un volo di rondine, quasi a implorare da Dio creatore la protezione dei
popoli europei da lei rappresentati in terra.
Volto
sofferente
e dolce al tempo stesso, quello della Caterina dell’artista aretino, che
vive in una cittadina a cavallo fra 1’Umbria ubertosa e la nostra
Toscana, due regioni baciate da profondo misticismo grazie a due grandi
Santi, Caterina e Francesco, che nel 1200 cambiarono la storia della
Chiesa con il loro pensiero e le loro azioni.
E
non è un caso che lo scultore di Castiglion Fiorentino, proprio nel suo
paese abbia dato vita ad un parco pubblico, denominato ”della creatività”.
Sì
Roggi ha interpretato perfettamente la Santa senese, incidendole sul petto
l’immagine di quella croce che vide il sacrificio di Gesù, eletto suo
sposo in terra da lei stessa, per salvare gli uomini dal peccato.
Un
artista eclettico Roggi, umile quanto bravo e creativo, che ha veduto
l’immagine di Caterina da Siena come quella di tante sue sculture
profane da lui create, immerse in una dimensione spaziale, molte protese
in un volo cosmico, alla ricerca della purezza del corpo e dello spirito,
libere dalle ansie ed angosce quotidiane. .E quanta religiosità si può
riscontrare nei cipressi di Roggi. Il cipresso, l’albero che ha reso
,turisticamente famosa la Val d’Orcia nel mondo. Piccole sentinelle, con
la punta rivolta verso il cielo, che spuntano da una terra a volte brulla
delle crete, umili come il pensiero di Francesco d’Assisi. Cipressi
veduti da Roggi come umanità, sia quando solitari dominano un
largo
spazio, sia quando appaiono in piccoli gruppi, vere ”sentinelle umane”
a guardia di strade e sentieri, radicati per terra da dove prendono
vitalità e origine, ma con le punte rivolte al cielo, piegate dal vento
ma resistenti alle intemperie del tempo e della vita. Alberi che
rappresentano l’immagine esatta della vita umana. ”Sembrano uomini
sono solo alberi, in fila come giorni, in fila dritta per quanto la vita
si contorce, contorce gli uomini come tronchi di ulivo”. Cosi li vede
Roggi, seguendo l’immagine poetica di Paolo Scatragli.
C’e
in tutta l’opera dello scultore di Castiglion Fiorentino un aspetto
sempre presente sulle origini della vita, un amore profondo per l’essere
umano, sia maschile che femminile, che spesso lo scultore unisce come in
una simbiosi indissolubile. Artista creativo, ma dotato nel profondo di
grande umanità e rispetto della vita, concessa all’uomo da Dio
creatore. Equilibri spaziali, regolano l’arte di Andrea Roggi, sia
quando affronta temi sacri sia quando affronta temi profani. C’è in lui
un profondo rispetto della natura, una natura ribelle, battuta dal vento
come nel dipinto ”Albero uomo” o una natura silente che induce alla
meditazione come nei dipinti ”Solo” e ”Toscano”, nei quali il
cipresso e i1 dominatore vivente, personaggio assoluto dello spazio.
Santa
Caterina donna fragile nel corpo ma forte nell’anima come i cipressi di
Roggi. lottava contro il vento del peccato che la circondava e contro il
quale combatteva quotidianamente. Un vento che si abbatteva pure su
Tentennano, piegandola nel corpo ma non spezzandola nello spirito. Cosi
l’uomo albero di Roggi, percosso dal vento della vita quotidiana,
fatta di ansie profonde; cosi le donne flessuose dello scultore aretino,
flessuose come giunchi, ma sempre animate da continua linfa vitale. E qui
a Tentennano, Roggi ha colto l’occasione con la sua mostra, di essere più
vicino a Dio creatore, quasi ispirato da una fede incrollabile nella vita
terrena e in quella che verrà, fatta di speranze per l’umanità per un
futuro migliore, cosi come lo fu per Santa Caterina da Siena.
Gilberto
Madioni
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Perché un nuovo monumento a Santa Caterina,
Compatrona d’Italia e d’Europa, oltre che Dottore della chiesa? Il
secondo in Siena, dopo quello del Buracchini; un dono dell’Associazione
Cateriniani nel mondo alla Università degli Studi della nostra città,
che ha accolto come sua Compatrona pure la giovane, grande, mistica senese
accanto a Santa Caterina d’Alessandria.
Ed essendo Santa Caterina da Siena pure Dottore della
Chiesa, il monumento non poteva che essere installato nel Centro Congressi
europei di Pontignano, della stessa Università degli Studi, un tempo uno
dei più splendidi monasteri della nostra provincia, che vide la presenza
della giovane “ragazza di Fontebranda” predicare. Perché la scelta,
da parte del Comitato Cateriniano, dello scultore aretino Andrea Roggi? In
seguito alla inaugurazione del monumento a Santa Margherita da Cortona,
opera del giovane maestro di C a s t i g l i o n Fiorentino, ebbi l’idea
di proporgli l’esecuzione di un monumento a Santa Caterina da Siena, da
donare alla Università della nostra città. Trovai in Roggi
quell’entusiasmo creativo che appartiene a pochi degli artisti da me
seguiti e conosciuti, durante la mia lunga attività di critico d’arte.
Conoscendo l’imponenza dell’opera, ben due metri e sessantotto
di altezza, realizzata con fusione in bronzo, mi resi
conto che era p r a t i c a m e n t e impossibile affrontare le spese
materiali dell’opera, oltre a ripagare i tre mesi di tempo che il
maestro ha impiegato per dare vita al monumento.
Un dono a Siena ed alla sua Università quindi, reso
possibile grazie all’intervento di alcuni dei miei Cateriniani nel
Mondo, ed alla bontà e sensibilità di Roggi, che ha compreso che un suo
monumento alla Compatrona d’Europa avrebbe rappresentato per lui un buon
viatico per la sua carriera d’artista.
L’esecuzione del monumento? Uno studio nato in
simbiosi fra il critico d’arte e l’artista. Una Caterina moderna e
attuale, scalza, con un piede posato sul mondo - in travertino - con sopra
incisi gli stati europei. Braccia e volto della mistica protesi verso il
cielo, imploranti Dio Creatore, e la protezione e la benedizione
sull’umanità.
Il volto di Caterina? Radioso e bello, come creatura
di Dio, perciò a Sua immagine.
Un ringraziamento mio personale e da parte
dell’Associazione dei “Cateriniani nel Mondo” all’artista, per
questa sua opera tanto viva e reale quanto eccezionale!
Gilberto Madioni
Critico
d’Arte,
Presidente
dei Cateriniani nel Mondo
Siena,
marzo 2006
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