PRESIEDE
S.E. Mons Gualtiero Bassetti
Vescovo di Arezzo-Cortona- Sansepolcro
Ospite di onore
Console Generale Li Runfu
Consolato della Repubblica Popolare Cinese di Firenze
PARTECIPANO
Grazia Sestini
Sottosegretario di Stato
Anna Maria Sorge Ludovici
Prefetto di Arezzo
Luigi Lucherini
Sindaco di Arezzo
Vincenzo Ceccarelli
Presidente Provincia di Arezzo
Pietro Faralli
Presidente Camera di Commercio
RELATORI
Pier Luigi Rossi
Presidente Associazione “Terra di Arezzo”
“Gregorio X e Marco Polo. Il Papa che volle unire
Occidente e
Oriente”
Marco Giustini
Università degli Studi Ca' Foscari Venezia
Associazione Culturale “Studio Art“
www.cinaoggi.it
“Il viaggio di Marco Polo”
CINA AREZZO
PAPA GREGORIO X
e MARCO
POLO
Il Papa che volle unire Occidente e Oriente
Arezzo
ha sempre considerato Santo il Papa Gregorio X,morto nel Palazzo Vescovile
di Arezzo il 10 Gennaio 1276 durante il viaggio di ritorno a Roma da
Lione, ove si era svolto il Concilio . I suoi resti mortali sono custoditi
nella Cattedrale da Arezzo, costruita per un suo ingente lascito e per
volontà del Vescovo Guglielmino degli Ubertini. Ogni anno da 729 anni il
popolo aretino celebra con
solennità la festa a Papa Gregorio, unico Papa sepolto in terra di
Arezzo.
Fu il Papa di Marco Polo, autorizzò il suo immortale
viaggio verso il Catai, come sta scritto ne “Il
Milione”
Niccolò e Matteo Polo arrivarono nella imponente
fortezza dei Crociati a San Giovanni d'Acri nell'estate del 1271,Venivano
da Venezia. Con loro vi era Marco Polo ,figlio di Niccolò. Aveva 16 anni.
Volevano ritornare alla corte di Kublai Gran Kan, figlio del grande Gensis
Khan, Signore di tutti i Tartari. Entrati nella fortezza dei Crociati, si
presentarono al Legato Papale in Terra Santa : Tedaldo Visconti “uomo di
grande autoritate” per avere la autorizzazione a fare il viaggio verso
la Cina. In quegli anni la Chiesa non aveva un Papa perché dopo la morte
di Clemente IV, novembre 1268, il Collegio dei Cardinali riunito a Viterbo
non riusciva ad eleggere un nuovo Papa. Neppure l'ordine di scoperchiare
il tetto della sala dove si riunivano i Cardinali a Viterbo era riuscito a
sbloccare le divisioni e i contrasti. Fu un aretino a dare questo ordine
,Alberto dei Montebono, Podestà di Viterbo nel 1270. Senza la
autorizzazione del Papa i fratelli Polo non potevano partire. Tedaldo
Visconti in virtù della sua autorità poteva dare questa concessione in
assenza di un Papa eletto. Ma il Legato pontificio invitò i fratelli Polo
ad aspettare la elezione del successore di Clemente IV.
IL NUOVO PAPA
Passarono alcuni mesi e all'inizio dell'autunno
Tedaldo Visconti autorizzò Matteo , Niccolò Polo con suo figlio Marco a
partire verso l'Oriente e il Catai, costatata la difficoltà alla elezione
di un nuovo Papa. Così i due fratelli e Marco Polo partirono dalla
fortezza di San Giovanni d'Acri e per mare arrivarono al porto di Layas e
presero la strada verso l'Armenia,dove furono raggiunti da
alcuni cavalieri crociati inviati da Tedaldo Visconti. Era il nuovo
Papa eletto a Viterbo, aveva assunto il nome di Gregorio X. I due fratelli
e Marco “con grande allegrezza tornarono adietro in su'n una galea
armata, che fece loro apparecchiare lo re d'Ermenia.Quando gli due
fratelli vennero ad Acri, lo papa fece loro grande onore…diede loro
carte e privilegi, e inpuose loro l'ambasciata che voleva che faciessono
al Gran Cane…” Così sta scritto su “Il Milione” dettato da Marco
Polo a Rustichello da Pisa nel carcere di Genova, quando entrambi erano
prigionieri della rivale Repubblica marinara. Quindi il viaggio
di Marco Polo verso l'Oriente e la Cina fu autorizzato e voluto da
Tedaldo Visconti, Papa Gregorio X.
LA CATTEDRALE DEL PAPA
Gregorio X fu sepolto dapprima nella vecchia
Cattedrale di San Pietro Maggiore. Aveva lasciato una ingente somma di
denaro per la costruzione di una nuova Cattedrale,poi realizzata dal
Vescovo Guglielmino Ubertini nel colle di San Pietro. I resti mortali del
Papa di Marco Polo sono ancora oggi custoditi nella nostra Cattedrale
all'interno di una preziosa teca. La sua mano strinse la mano del giovane
Marco,il più grande viaggiatore terrestre di ogni tempo,scrisse le
lettere al Kublai Khan,figlio di una madre cristiana e di Gensis Khan.
Gregorio X ebbe una ferma volontà di istaurare rapporti tra la lontana
Cina e l'Occidente e la cristianità attraverso il viaggio di Marco Polo.
Kublai Khan fu un convinto assertore di questa alleanza tra Occidente e il
suo immenso impero. Tant'è che inviò al II Concilio di Lione convocato
da Gregorio X i suoi Ambasciatori.
CINA E AREZZO
Per ricordare questa grande pagina storica ,scritta
più di 700 anni fa ma molto attuale,è stata organizzata dalla
Associazione “ Terra di Arezzo” la Conferenza Storica per un “
gemellaggio culturale” tra
il Popolo di Arezzo e la Repubblica di Cina ,nel ricordo di Papa
Gregorio X e della sua volontà di alleanza culturale tra Occidente e
Oriente attraverso il viaggio del giovane Marco Polo
. Una iniziativa di amicizia e di scambio culturale,turistico tra
il Popolo Cinese e la nostra Comunità Aretina che custodisce il corpo di
Gregorio X Papa “alleato “ storico della Cina.
Ringrazio il Console
Generale della Repubblica della Cina, S. E. il Vescovo di
Arezzo-Cortona.-Sansepolcro, tutte le Autorità, il Rettore del Seminario
Vescovile, i Soci della Associazione “ Terra di Arezzo” Tiziana
Vetralla, Paola Fabianelli, Marco
Giustini, Andrea Roggi, Pilade Nofri, Bruno Brogi Amministratore “C.B.R.
“ S.pA.di Arezzo, Alfa 80 Centro Vetrine s.r.l., Marconi Arredamenti Uno
Verde S. Giuliano Arezzo, Luca Letizia LP.Grafiche Arezzo, Carlo Niccolini
S.a.s. Oleificio Arezzo, Fabrizio Biagioni Show Garden e il Professor
Edoardo D'Ippolito e tutti coloro che hanno onorato la Conferenza con la
loro presenza .
Pier Luigi Rossi
Presidente
Associazione “ Terra di Arezzo”
UN DONO DELLA “TERRA di AREZZO”
L' idea trasformata in un dono della Terra di Arezzo
per il Presidente della Repubblica Popolare di Cina è nata durante un
colloquio tra Mons. Alvaro
Bardelli e Pier Luigi Rossi davanti ai resti mortali di Papa Gregorio X
nella Cattedrale di Arezzo. Il Gran Khan Khubilai chiese di avere l'olio
del Santo Sepolcro di Gerusalemme,come sta scritto ne “Il Milione” di
Marco Polo. Papa Gregorio X autorizzò il dono. La pianta
dell'ulivo,simbolo di pace e di amicizia tra i Popoli,
crea il paesaggio della nostra campagna e genera l'olio,fonte di
luce e di nutrimento in ogni tempo e in ogni terra.
L'idea è stata realizzata da Andrea Roggi, giovane
artista di Arezzo,con la partecipazione di Pilade Nofri,Maestro d'arte
orafa in Arezzo, già autore della riproduzione del Cristo di Cimabue,
donata dal Vescovo di Arezzo Mons. Gualtiero Bassetti al Presidente della
Repubblica Italiana, Carlo Azelio Ciampi in occasione della visita
ufficiale alla città di Arezzo, 7 Ottobre 2004.
L'opera racchiude valori e simboli di unione tra la
Terra di Cina e di Arezzo.
La pianta dell'ulivo
nasce dalle colline di Arezzo e delle quattro vallate provinciali,
rappresentate nel piedistallo,da dove si erge un basamento in bronzo
recante la immagine della Grande Muraglia,nel ricordo della Cina, e il
profilo della Pieve di Santa Maria e dell'abside della Cattedrale, in
ricordo della città di Arezzo.
L'opera è composta da metalli lavorati in Arezzo nei
suoi tre mila anni di civiltà, ieri come oggi: bronzo, argento e oro.
Dalle radici si alza il
tronco generato dalla unione di due figure umane, simbolo della alleanza tra i Popoli. Le braccia sono i rami dell'ulivo, da dove
nascono le foglie in argento e le olive in oro, realizzate in
collaborazione con la ditta Nofri Preziosi.
I rami della pianta sono le braccia della donna e
dell'uomo, uniti per generare con il loro lavoro i frutti da raccogliere.
Le foglie dell'ulivo sono in argento. Le olive sono in oro.
L'ulivo per ricordare l'olio del Santo Sepolcro di
Gerusalemme, donato da Papa Gregorio X al Gran Khan Khubilai nel 1271 e
portato a Khanbaliq (Pechino) da Marco Polo, come è scritto nel “Il
Milione”.
Il piedistallo in bronzo, metallo lavorato nella
civiltà etrusca, riproduce la Grande Muraglia, simbolo della Cina, unica
opera umana ben visibile dallo spazio.
La torre campanaria della Pieve è il
“campanile” del popolo aretino, la nostra identità storica,
mentre la Cattedrale disegna il profilo della città e custodisce il corpo
di Gregorio X, il Papa di Marco Polo.
l piedistallo disegna le colline di Arezzo e della
vallate provinciali.
Il tronco della pianta è generato dai due corpi
uniti, femminile e maschile. Simboli delle due culture: Occidente e
Oriente.
La pianta ha un cuore in oro, capace di dare energia
creativa e vita ai due corpi uniti.
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