Conferenza Storica

“Cina - Arezzo” Gregorio X - Marco Polo Il Papa che volle unire
Occidente e Oriente
Sabato 8 Gennaio 2005 - Ore 18
Sala Grande Palazzo Vescovile
Piazza Duomo – Arezzo

PRESIEDE

S.E. Mons Gualtiero Bassetti

Vescovo di Arezzo-Cortona- Sansepolcro

Ospite di onore

Console Generale Li Runfu

Consolato della Repubblica Popolare Cinese di Firenze

   PARTECIPANO

Grazia Sestini

Sottosegretario di Stato

Anna Maria Sorge Ludovici

Prefetto di Arezzo

Luigi Lucherini

Sindaco di Arezzo

Vincenzo Ceccarelli

Presidente Provincia di Arezzo

Pietro Faralli

Presidente Camera di Commercio

   RELATORI

Pier Luigi Rossi

Presidente Associazione “Terra di Arezzo”

“Gregorio X e Marco Polo. Il Papa che volle unire Occidente e

Oriente”

Marco Giustini

Università degli Studi Ca' Foscari Venezia

Associazione Culturale “Studio Art“ www.cinaoggi.it

“Il viaggio di Marco Polo”

CINA  AREZZO

PAPA GREGORIO  X    e   MARCO  POLO

Il Papa che volle unire Occidente e Oriente

 Arezzo ha sempre considerato Santo il Papa Gregorio X,morto nel Palazzo Vescovile di Arezzo il 10 Gennaio 1276 durante il viaggio di ritorno a Roma da Lione, ove si era svolto il Concilio . I suoi resti mortali sono custoditi nella Cattedrale da Arezzo, costruita per un suo ingente lascito e per volontà del Vescovo Guglielmino degli Ubertini. Ogni anno da 729 anni il popolo aretino celebra  con solennità la festa a Papa Gregorio, unico Papa sepolto in terra di Arezzo.

Fu il Papa di Marco Polo, autorizzò il suo immortale viaggio verso il Catai, come sta scritto ne “Il  Milione”

Niccolò e Matteo Polo arrivarono nella imponente fortezza dei Crociati a San Giovanni d'Acri nell'estate del 1271,Venivano da Venezia. Con loro vi era Marco Polo ,figlio di Niccolò. Aveva 16 anni. Volevano ritornare alla corte di Kublai Gran Kan, figlio del grande Gensis Khan, Signore di tutti i Tartari. Entrati nella fortezza dei Crociati, si presentarono al Legato Papale in Terra Santa : Tedaldo Visconti “uomo di grande autoritate” per avere la autorizzazione a fare il viaggio verso la Cina. In quegli anni la Chiesa non aveva un Papa perché dopo la morte di Clemente IV, novembre 1268, il Collegio dei Cardinali riunito a Viterbo non riusciva ad eleggere un nuovo Papa. Neppure l'ordine di scoperchiare il tetto della sala dove si riunivano i Cardinali a Viterbo era riuscito a sbloccare le divisioni e i contrasti. Fu un aretino a dare questo ordine ,Alberto dei Montebono, Podestà di Viterbo nel 1270. Senza la autorizzazione del Papa i fratelli Polo non potevano partire. Tedaldo Visconti in virtù della sua autorità poteva dare questa concessione in assenza di un Papa eletto. Ma il Legato pontificio invitò i fratelli Polo ad aspettare la elezione del successore di Clemente IV.

IL NUOVO PAPA

Passarono alcuni mesi e all'inizio dell'autunno Tedaldo Visconti autorizzò Matteo , Niccolò Polo con suo figlio Marco a partire verso l'Oriente e il Catai, costatata la difficoltà alla elezione di un nuovo Papa. Così i due fratelli e Marco Polo partirono dalla fortezza di San Giovanni d'Acri e per mare arrivarono al porto di Layas e presero la strada verso l'Armenia,dove furono raggiunti da  alcuni cavalieri crociati inviati da Tedaldo Visconti. Era il nuovo Papa eletto a Viterbo, aveva assunto il nome di Gregorio X. I due fratelli e Marco “con grande allegrezza tornarono adietro in su'n una galea armata, che fece loro apparecchiare lo re d'Ermenia.Quando gli due fratelli vennero ad Acri, lo papa fece loro grande onore…diede loro carte e privilegi, e inpuose loro l'ambasciata che voleva che faciessono al Gran Cane…” Così sta scritto su “Il Milione” dettato da Marco Polo a Rustichello da Pisa nel carcere di Genova, quando entrambi erano prigionieri della rivale Repubblica marinara. Quindi il viaggio  di Marco Polo verso l'Oriente e la Cina fu autorizzato e voluto da Tedaldo Visconti, Papa Gregorio X.

LA CATTEDRALE DEL PAPA

Gregorio X fu sepolto dapprima nella vecchia Cattedrale di San Pietro Maggiore. Aveva lasciato una ingente somma di denaro per la costruzione di una nuova Cattedrale,poi realizzata dal Vescovo Guglielmino Ubertini nel colle di San Pietro. I resti mortali del Papa di Marco Polo sono ancora oggi custoditi nella nostra Cattedrale all'interno di una preziosa teca. La sua mano strinse la mano del giovane Marco,il più grande viaggiatore terrestre di ogni tempo,scrisse le lettere al Kublai Khan,figlio di una madre cristiana e di Gensis Khan. Gregorio X ebbe una ferma volontà di istaurare rapporti tra la lontana Cina e l'Occidente e la cristianità attraverso il viaggio di Marco Polo. Kublai Khan fu un convinto assertore di questa alleanza tra Occidente e il suo immenso impero. Tant'è che inviò al II Concilio di Lione convocato da Gregorio X i suoi Ambasciatori.

CINA E AREZZO

Per ricordare questa grande pagina storica ,scritta più di 700 anni fa ma molto attuale,è stata organizzata dalla Associazione “ Terra di Arezzo” la Conferenza Storica per un “ gemellaggio culturale”  tra il Popolo  di Arezzo e la Repubblica di Cina ,nel ricordo di Papa Gregorio X e della sua volontà di alleanza culturale tra Occidente e Oriente attraverso il viaggio del giovane Marco Polo  . Una iniziativa di amicizia e di scambio culturale,turistico tra il Popolo Cinese e la nostra Comunità Aretina che custodisce il corpo di Gregorio X Papa “alleato “ storico della Cina.

Ringrazio il  Console Generale della Repubblica della Cina, S. E. il Vescovo di Arezzo-Cortona.-Sansepolcro, tutte le Autorità, il Rettore del Seminario Vescovile, i Soci della Associazione “ Terra di Arezzo” Tiziana Vetralla, Paola Fabianelli,  Marco Giustini, Andrea Roggi, Pilade Nofri, Bruno Brogi Amministratore “C.B.R. “ S.pA.di Arezzo, Alfa 80 Centro Vetrine s.r.l., Marconi Arredamenti Uno Verde S. Giuliano Arezzo, Luca Letizia LP.Grafiche Arezzo, Carlo Niccolini S.a.s. Oleificio Arezzo, Fabrizio Biagioni Show Garden e il Professor Edoardo D'Ippolito e tutti coloro che hanno onorato la Conferenza con la loro presenza .

                                                                                                 Pier Luigi Rossi

                                                                                                      Presidente

                                                                                      Associazione “ Terra di Arezzo”

UN DONO DELLA “TERRA di AREZZO”

L' idea trasformata in un dono della Terra di Arezzo per il Presidente della Repubblica Popolare di Cina è nata durante un colloquio tra Mons.  Alvaro Bardelli e Pier Luigi Rossi davanti ai resti mortali di Papa Gregorio X nella Cattedrale di Arezzo. Il Gran Khan Khubilai chiese di avere l'olio del Santo Sepolcro di Gerusalemme,come sta scritto ne “Il Milione” di Marco Polo. Papa Gregorio X autorizzò il dono. La pianta dell'ulivo,simbolo di pace e di amicizia tra i Popoli,  crea il paesaggio della nostra campagna e genera l'olio,fonte di luce e di nutrimento in ogni tempo e in ogni terra.

L'idea è stata realizzata da Andrea Roggi, giovane artista di Arezzo,con la partecipazione di Pilade Nofri,Maestro d'arte orafa in Arezzo, già autore della riproduzione del Cristo di Cimabue, donata dal Vescovo di Arezzo Mons. Gualtiero Bassetti al Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azelio Ciampi in occasione della visita ufficiale alla città di Arezzo, 7 Ottobre 2004.

L'opera racchiude valori e simboli di unione tra la Terra di Cina e di Arezzo.

La pianta dell'ulivo  nasce dalle colline di Arezzo e delle quattro vallate provinciali, rappresentate nel piedistallo,da dove si erge un basamento in bronzo recante la immagine della Grande Muraglia,nel ricordo della Cina, e il profilo della Pieve di Santa Maria e dell'abside della Cattedrale, in ricordo della città di Arezzo.      

L'opera è composta da metalli lavorati in Arezzo nei suoi tre mila anni di civiltà, ieri come oggi: bronzo, argento e oro. Dalle radici  si alza il tronco generato dalla unione di due figure umane, simbolo della alleanza  tra i Popoli. Le braccia sono i rami dell'ulivo, da dove nascono le foglie in argento e le olive in oro, realizzate in collaborazione con la ditta Nofri Preziosi.

I rami della pianta sono le braccia della donna e dell'uomo, uniti per generare con il loro lavoro i frutti da raccogliere. Le foglie dell'ulivo sono in argento. Le olive sono in oro.

L'ulivo per ricordare l'olio del Santo Sepolcro di Gerusalemme, donato da Papa Gregorio X al Gran Khan Khubilai nel 1271 e portato a Khanbaliq (Pechino) da Marco Polo, come è scritto nel “Il Milione”.

Il piedistallo in bronzo, metallo lavorato nella civiltà etrusca, riproduce la Grande Muraglia, simbolo della Cina, unica opera umana ben visibile dallo spazio.

La torre campanaria della Pieve è il  “campanile” del popolo aretino, la nostra identità storica, mentre la Cattedrale disegna il profilo della città e custodisce il corpo di Gregorio X, il Papa di Marco Polo.

l piedistallo disegna le colline di Arezzo e della vallate provinciali.

Il tronco della pianta è generato dai due corpi uniti, femminile e maschile. Simboli delle due culture: Occidente e Oriente.

La pianta ha un cuore in oro, capace di dare energia creativa e vita ai due corpi uniti.

 

 

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Andrea Roggi

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