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Castiglion
Fiorentino e l'arte |
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L'arte o meglio la ricerca artistica diventa un mezzo ed un modello di sviluppo quando non ha paura di contaminarsi con le cose della vita.
Le cose della vita sono la quotidianità, la storia di un paese, la tradizione che esso esprime nei gesti e nelle parole della sua gente.
Andrea Roggi, un mancianese e un castiglionese vero, oltre che un grande artista, ha accettato questa sfida, quella di far diventare l'arte un lievito che fa crescere un territorio.
E lo ha fatto in un modo innovativo, impegnan-dosi di persona per inserire mostre, eventi, performance di scultori e pittori dentro la campagna della valdichiana.
Il suo laboratorio, il parco della creatività è un esempio concreto di come un sogno si possa tradurre in realtà se si ha la forza e la capacità, mi verrebbe la tentazione di dire la testardaggine, di portarlo fino in fondo.
Oggi ci regala un altro grande avvenimento, che lega insieme con un titolo particolarmente evocativo l'arte, la scienza e l'illusione in un percorso tra diverse forme di espressione: pittura, scultura, fotografia, poesia.
Il diario di bordo di questo nuovo viaggio è segnato da parole, forme, espressioni che danno vita ad opere complesse e tutte queste opere stanno dentro un contenitore che è il parco della creatività.
E a sua volta il parco sta dentro una precisa dimensione dello spazio che è la campagna toscana.
Non credo che questo fatto sia frutto del caso la valdichiana, la nostra terra sono lo scrigno ideale per l'arte. Un'arte che si ritrova nella storia fin dai secoli più antichi, ho in mente la gorgone sul frontone del tempio etrusco recentemente riscoperta nell'area del Cassero, gli stilizzati bronzetti di Brolio e poi l'architettura severa delle chiese, i dipinti di Bartolomeo della Gatta, di Duccio da Boninsnegna,di Lorenzo di Credi, il Morandini ed ancora gli ori e i preziosi reliquiari ed infine lo stesso impianto urbanistico del nostro centro storico. Castiglion Fiorentino ha vissuto d'arte e continua ancor oggi a viverci dentro, un vestito mai logoro ma che anzi ogni anno risplende sempre di più per nuove scoperte e nuovi recuperi.
Andrea Roggi è un continuatore ed un interprete di questa antica storia e mi fa immenso piacere che abbia voluto coinvolgere in questa nuova avventura
l'Associazione Nazionale Città
Castiglione. Una Associazione che raccoglie tanti paesi e città d'Italia il cui toponimo richiama tempi antichi e gloriose vicende.
Aver voluto fare partecipe la nostra Associazione è davvero un bel segnale, perché vuol dire che al di là delle nostre mura c'è ancora tutto un mondo da esplorare e da conoscere.
Un mondo che è fatto di tradizioni e costumi in parte diversi ma che ritrovano la loro unità sotto il segno dell'arte.
Un ringraziamento speciale ed un caro saluto a tutti coloro che con la loro opera ci hanno regalato questo bel momento.
Paolo Brandi
Sindaco di Castiglion Fiorentino |
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L'area di Castiglion Fiorentino fu abitata fin dall'epoca preistorica e protostorica. Il nucleo abitato si sviluppò in epoca etrusca, tra il periodo tardo arcaico (VI-V sec. a.C.) e quello ellenistico (dal IV sec a. C.). Una volta avvenuta la conquista del territorio aretino da parte dei romani, questi organizzano la produzione agricola in forma di ville. Sotto l'impero di Augusto inizia per la Valdichiana un periodo di decadenza, le popolazioni, a causa dell'impaludamento della valle, si spostano su zone collinari più sicure e salubri. E' questo il momento della costruzione delle pievi, collocate lungo un percorso ai piedi delle colline e nel tracciato viario della Val di Chio. Il paese è ricordato dai documenti con il nome di Castiglione non prima del X secolo, quando risulta feudo dei marchesi del Monte S. Maria. Nei secoli successivi, pur rimanendo sotto la tutela dell'imperatore, di fatto appartenne alla diocesi di Arezzo. La formazione del Comune inizia nella seconda metà del XII secolo ma è continuamente contrastata, dai comuni più grandi. In seguito alla sconfitta aretina di Campaldino (1289) Castiglione passò sotto il dominio di Firenze. Nel 1303 fu di nuovo conquistato dagli Aretini e dai Senesi capeggiati dal podestà Uguccione della Faggiola. Il vescovo Guido Tarlati, divenuto signore di Arezzo e del relativo territorio, ne ampliò la cinta muraria e modificò la struttura urbanistica. Alla morte del Tarlati, Castiglione Aretino tornò per breve tempo sotto il dominio fiorentino (1336-1344). Nel 1344 fu conquistato dai Perugini divenendo Castiglione Perugino. Nel 1369 la popolazione si ribellò a Perugia, mettendosi sotto la protezione dello Stato della Chiesa. Dal 1384 la cittadina passò definitivamente a Firenze e da questo momento in poi, ridenominato Castiglion Fiorentino, ne seguì le sorti. L'inizio del XV secolo vede un periodo di crisi, a causa di epidemie di peste e delle conseguenti carestie. Durante la guerra tra Firenze e la Repubblica Senese, Castiglione cadde in mano di Piero Strozzi, per tornare poi in breve tempo sotto Firenze (1554). Al governo mediceo seguì quello dei Lorena (1765) che, bonificando la Valdichiana, crearono le condizioni per un forte incremento demografico e cambiamenti sociali, oltre che un sensibile impulso all'economia. Al 1774 risale la riorganizzazione amministrativa del paese con l'annessione dei comuni di Montecchio, Mammi, e la Montanina. Il dominio fiorentino ebbe termine nel 1799, quando in Piazza del Mercato fu innalzato l'albero della libertà. Dal 1800 al 1814 il paese fu presidiato dalle truppe napoleoniche. Caduto il governo francese, nel 1814 tornarono i Lorena e proseguirono i lavori di bonifica della Valdichiana. In seguito Castiglion Fiorentino seguì le sorti della Toscana e dello Stato Italiano. Il passaggio del fronte bellico durante la seconda guerra mondiale fu causa di notevoli danni, sia al centro storico che a buona parte del territorio comunale.
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